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review 2016-06-07 22:12
Secondo Matteo. Follia e coraggio per cambiare il paese - Matteo Salvini,Matteo Pandini,Rodolfo Sala

Inizio: 30 maggio
Finito: 30 maggio

 

Voto: 5/5

 

Consigliato: Assolutamente si!!

 

Da leghista non potevo non leggerlo :P
Sono di parte sicuramente ma... mi è piaciuto! Salvini può piacere o non piacere come politico o come persona ma credo che tutti dovrebbe almeno leggere questo volume, le sue parole prima di ridursi a medievali/italiani medi pronti a bruciare i libri (o peggio strapparli in libreria!) perchè "eretici". Probabilmente è il mio entusiasmo che parla e interesserà a due gatti ma mi sento comunque di consigliarlo. E' un libro chiaro, ben scritto, che vuole quasi creare un dialogo con il lettore e che racconta la vita di Salvini e la sua esperienza politica, spiega chiaramente il suo pensiero e i suoi progetti per il paese. Davvero interessante tanto che credo cederò alla tentazione di regalarmi il cartaceo ^_^

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review 2014-10-04 00:00
Una nobile follia
Una nobile follia - Igino Ugo Tarchetti

Francesco Dall'Ongaro, a proposito di “Una nobile follia” ebbe a scrivere che sarebbero bastati quattro o sei drammi della vita militare come quello di Tarchetti, diffusi nelle caserme e nel popolo, per risvegliare le coscienze e guarire l’Italia dal flagello che divora la vita, gli averi nonché il bene più prezioso: la libertà.
Ovviamente l’opera sollevò non poche polemiche per il suo messaggio antimilitarista.
Il romanzo, uscito in appendice al giornale "Il Sole" in ventisette puntante, tra il 12 novembre 1866 e il 27 marzo 1867, risultò tanto scomodo che i vertici militari incaricarono, per la loro rivista, il giovane tenente Edmondo De Amicis di comporre alcuni "bozzetti militari" da contrapporre all’opera di Iginio Ugo Tarchetti.
Per nostra fortuna, “Una nobile follia” è sopravvissuta a polemiche e censure. Il suo messaggio, rimane vivo. E vale ora, come valeva allora.

È la voce del protagonista, Filippo Sporta, giovane orfano piemontese, che racconta come si diventa soldato.
“Trasformarsi, abbrutirsi, ecco la condanna del coscritto, ecco l'ideale del soldato. Quando uno di essi ha vestito la sua divisa, succede raramente che vi si abbandoni senza esitazione, ma succede pure di rado che egli si ostini in una resistenza dolorosa ed inutile. Avviene di lui ciò che avvenne di tutti coloro che lo hanno preceduto. Egli passa per le prove del ridicolo, dell'isolamento, delle persecuzioni; subisce tutte le torture che l'uomo può dare all'uomo; ogni mancanza lievissima viene riferita come una infrazione straordinaria della disciplina; quindi incominciano le punizioni, il carcere, il ritiro, il regime a pane ed acqua, i ferri, i ceppi ai piedi e alle mani; e intanto la volontà si doma, l'ostinazione si piega, e il cuore si indurisce e si frange.
Allora egli è vinto, egli si getta nella corrente. I suoi compagni gli dicono: «mentisci», ed egli mente; «abbrutisciti», ed egli si abbrutisce; «rinuncia alla tua volontà», ed egli vi rinuncia”.

Il soldato è la prima vittima. La personalità è annullata, la mente annientata. Muore l’uomo e germina il soldato.
“Quel giorno in cui gli uomini si piegheranno dinanzi al principio universale ed eterno della libertà individuale; quel giorno in cui verrà risolto il grande quesito della solidarietà delle nazioni, e sarà svelata questa orrenda odissea di oppressioni, di umiliazioni e di lacrime, gli uomini si nasconderanno il volto nelle mani, ed esclameranno: – Noi siamo stati i carnefici dei nostri fratelli, noi abbiamo veduto la grande ingiustizia e l'abbiamo tollerata!"
Filippo, chiamato a partecipare alla guerra di Crimea descrive la battaglia della Cernaia con una forza che scuote profondamente.
Vivi passano ove la morte li ha preceduti presentando uno scenario sinistro e doloroso. Il terreno mostra tracce spaventose di lotta: solchi di ruote, orme di piedi umani e di zampe ferrate di cavalli; pozze di sangue rappreso e scuro, armi e soldati insepolti, cadaveri a brandelli che pendono dai pruni dei dirupi. Mucchi di corpi senza vita di uomini e cavalli. È smarrimento. L’altro è il nemico, non si pensa, non si aspira a vincere ma a salvarsi. I morti cadono su altri corpi privi di vita o agonizzanti. Alcuni soldati rimangono morti in piedi irrigiditi dal gelo della notte.
La sciagura è tale da togliere gioia al vincitore che piange lo scempio dettato dalla propria cecità e ferocia.
Anche Filippo ucciderà, per legittima difesa. Rivolge gli spari contro un ragazzo, disperato come lui, ma nemico perché indossa la divisa russa. Questi, colpito a morte, giace a terra. Il sangue sgorga e la vita scivola via. Filippo lo soccorre, si lacera i panni per fermare il sangue e salvare la vita del giovane. Prima di esalare l’ultimo respiro, il ragazzo chiede “Perché mi avete ucciso?”. La guerra s’arricchisce di una nuova vittima. La coscienza di Filippo muove verso la rivolta. Ribellarsi, disertare. Abbandona la divisa e indossa gli abiti di un civile, morto fra i morti. Spogliatosi della divisa, si spoglierà anche del nome, e diverrà Vincenzo D.
Non basterà. Il senso di colpa, il ricordo vivo delle atrocità della guerra non potranno essere cancellate.

“Mi sono sognato che gli uomini avevano le teste calve, dei cranii di piombo, una criniera di leone, e al posto delle unghie avevano degli artigli di aquile... Una grande battaglia si era impegnata su tutti i punti del mare e della terra: non uno di essi era sopravvissuto: sull'ultima linea dell'orizzonte si vedeva una lapide su cui era scritto: Qui giace l'umanità.”

“Una nobile follia” non è solo un romanzo a tema antimilitarista, è un libro politico, di rivolta. E ancora, è un inno alla libertà, all’amicizia, all’amore universale.
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review 2012-12-01 00:00
Una lontana follia
Una lontana follia - Kate Morton,Alessandra Emma Giagheddu Qui la recensione completa: http://bookland89.blogspot.it/2013/02/recensione-lo-hobbit-di-j-rtolkien.html

.... Prima di scrivere questa recensione mi sono un po' documentata sulla genesi del romanzo perché, durante la lettura, mi è stato immediatamente evidente che fosse stato scritto prima del Signore degli Anelli e che fosse indirizzato ad un pubblico diverso. Lo hobbit è stato scritto circa 20 anni prima rispetto alla trilogia ed è quasi una favola per ragazzi anche se alcuni elementi mi hanno fatto intuire che fosse una sorta di prova generale per la stesura signore degli anelli. Ho notato una serie di elementi che si ripropongono nella sua celebre opera: dalla caratterizzazione dei personaggi alle canzoni, ma soprattutto lo svolgimento con un qualcosa di moralistico che ricordo di aver notato anche nel Signore degli Anelli.
A parte i confronti con la trilogia, Lo hobbit è un libro fantasy di stampo tradizionale con le componenti tipiche di questo genere, ho trovato lo stile di scrittura particolare e molto comunicativo che anticipa delle parti senza farlo davvero, insomma riesce continuamente ad incuriosire il lettore con delle frasi sibilline che verranno spiegate successivamente.....
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review 2012-09-22 00:00
Follia
Follia - Patrick McGrath,Matteo Codignola Follia.
Non sono io che sto dando di matto ma è il titolo del libro che ho appena finito di leggere!
Mi è stato consigliato ma le opinioni erano divise a metà. Qualcuno diceva che era bellissimo, un altro lo classificava come “carino” ma anche come uno di quei libri che viene amato perché tutti lo amano. Io mi piazzo saggiamente nel mezzo (come mio solito), perché si, mi è piaciuto tanto ma non è stato tra i libri più belli che io abbia letto da Gennaio a oggi.
Questa storia, mi ha fatto molta rabbia e mi ha messo anche una grande tristezza. La storia d’amore malata, di due persone condannate dalla vita.
Stella, moglie di uno psichiatra criminale, è una donna bella e silenziosa, che porta dentro di se un vuoto profondo, alimentato da anni di insoddisfazione e sogni romantici.
Quando incontrerà Edgar, un ex artista rinchiuso dopo aver ucciso e martoriato la moglie, il suo precario equilibrio si sfalderà piano piano e la porterà a sacrificare tutto per ciò che desidera.
Riesco a dire poco di questo libro, ho trovato molta stupidità anche (forse soprattutto) nei personaggi “sani”. Cecità e arrendevolezza, che ti fanno pensare che anche nel momento peggiore, l’uomo plasma tutto a seconda dei suoi voleri, arrivando anche a fare del male.
Come spiegazione, mi rendo conto che è banalissima, però è stata veramente una lettura impegnativa. Non tanto per la difficoltà delle parole (che non ce ne sono), nemmeno per il tempo (sempre scarsissimo) che ho potuto dedicare alla lettura. Sono i concetti che ci vengono messi sotto al naso che mi hanno rallentata, che mi hanno “appesantito”.
Lo consiglio a tutti, rimane comunque un bel libro (e anche crudo se vogliamo dirla tutta) e ti apren un mondo che si conosce ben poco. La follia.
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