“I doni più belli che gli uomini hanno mai ricevuto sono la curiosità e la meraviglia. La curiosità si trova all’origine del viaggio; la meraviglia nella fantasia e nell’immaginazione dei racconti. La vita si può paragonare a una nave in mare aperto; il porto al quale approda è il suo Paese natale. Il ritorno alla patria, che sia vicina o lontana, è la rotta del viaggiatore.
Lì dove non esiste differenza tra viaggio e ritorno, si parla di amore, presente tanto al momento della partenza che a quello del ritorno.”
Nel 1999 Angela Rodicio si trova nel Montenegro come inviata della TVE, la televisione pubblica spagnola. Quasi al confine con l’Albania c’è un luogo di nome Ulcinj. La gente del posto racconta ad Angela che lì, nella fortezza sul mare, Cervantes fu fatto prigioniero dopo la battaglia di Lepanto. Angela stenta a credere. Gli abitanti del luogo narrano insistentemente dell’antica vicenda di Ulcinj o Ulcinium, Dulcinium, Dulcigno. Da Dulcium a Dulcinea il passo è breve. La mente s’infiamma, il cuore galoppa. Angela inizia il suo viaggio storico-letterario. Un viaggio sulla linea di confine tra realtà e fantasia. Un viaggio poetico, visionario, travagliato e misterioso.
Cervantes e Dulcigno, Dulcinea e Don Chisciotte. I Balcani, la Spagna. Ieri. Oggi.
Dulcinea è un luogo, è una terra amata. È un sogno che dura da quattrocento anni e ancora quattrocento durerà per tornare poi a rinnovarsi senza limite di tempo.
P.S. Ho provato grande emozione riconoscendo nei brani tratti dal Don Chisciotte la traduzione di Ferdinando Carlesi. Mi ha riportata a quando, bambina, incontrai per la prima volta l’ingegnoso Idalgo Don Chisciotte della Mancia. Un dono aggiunto.