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review 2015-08-06 16:16
Kristine Bilkau: Die Glücklichen
Die Glücklichen: Roman - Kristine Bilkau

Was ist eigentlich Glück? Ist es ein Zustand, der erst retrospektiv existiert, der vorbei ist, sobald man sich seiner bewusst wird? Und wer ist eigentlich glücklich? "Die Glücklichen" sind es jedenfalls nicht, glücklich, das sind nur die anderen: die tote Schwiegermutter, die gecrashten, nun auf dem Land lebenden Ex-Unternehmer. Glück ist der sichere Lebensentwurf, die Antwort auf die Frage, wie will ich eigentlich leben. 

 

Kristine Bilkau fängt im Zusammenleben von Isabell und Georg viele kleine Glücks-Momente ein, ohne dass man sich beim Lesen dessen unbedingt bewusst wird. Von Anfang an spielt die konstante Unzufriedenheit der beiden eine viel größere Rolle. Die Spannung beim Lesen wächst dabei stetig an, sie lauert von der ersten Seite in den Details und der ausgewählten Szenerie. Irgendetwas stört immer.

Dabei scheinen die jungen Eltern (Sohn Matti kommt im Laufe des Buches in die Kita) anfangs alles zu haben: gute Jobs - sie als Cellistin, er als Journalist, einen gesunden Sohn, eine schöne Wohnung in einem "richtigen" Viertel, den Kühlschrank voller Bio-Produkte usw. Wären da nicht die Zweifel. Das Leben ist nicht deckungsgleich mit ihrem Traum davon, es hat sich anders entwickelt, als man es sich als Jugendlicher vorstellte und: Es erfordert Veränderung. Als sich Georgs und Isabells (denen man abwechselnd folgt) Zweifel zu Existenzproblemen auswachsen, kann man das Buch längst nicht mehr aus der Hand legen: man tanzt mit den beiden am Abgrund entlang und legt es am Ende zufrieden aus der Hand, während die Fragen nach dem eigenen Lebensentwurf leise ihre Stimme erheben...

 

Unbedingt lesen!

 

(Disclaimer: ich habe ein Rezensionsexemplar von "Die Glücklichen" über das Bloggerportal von Randomhouse erhalten)

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review 2014-02-12 20:00
Ideale Ouders
Ideale ouders - Alex van Galen

I received a free pre-read copy of this book for a group read on www.crimezone.nl. Thank You!

 

Ik was overdonderd door alle positieve verhalen die ik gehoord had over van Galen's vorige boek Süskind (dat tegelijk met de film uitkwam ongeveer). Vandaar dat ik heel blij was deel te mogen nemen aan de preview van Ideale Ouders, de volgende thriller van Alex van Galen. Ik had verder nog nooit iets van hem gelezen, maar was wel heel erg benieuwd.

Het verhaal begint wanneer een moeder na een lange tijd terugkeert om haar zoon, die ze bij de geboorte heeft afgestaan op te zoeken. Problemen beginnen zodra ze in het dorp aankomt en het blijkt dat er nog een heleboel oude wonden zijn die plots terug opengaan.

Het boek las zeker heel makkelijk weg, en was niet vervelend om te lezen. Wel vond ik het verhaal op sommige momenten wat makkelijk afgewerkt, vroeg ik me af of bepaalde zaken werkelijk zouden kunnen, of het niet allemaal wat voorspelbaar is. Ik vond het eerlijk gezegd een beetje tegenvallen, het was zeker geen slecht boek, maar ik had er meer van verwacht na alle positieve reacties op Süskind. Ik merk ook bij mezelf, en dat ligt uiteraard volledig aan mij, dat ik een beetje thriller moe ben op het moment. Ik kom even te vaak het zelfde tegen, daarom ook dat ik al een tijd geen echte thriller meer gelezen heb. Komt wel weer een keertje.

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review 2013-08-04 00:00
Drona - La città ideale - Serena Fiandro Questo libro e questa recensione mi stanno mettendo in difficoltà: ho anche pensato di non scriverla -cosa stranissima per me che un pensiero, un appunto, una citazione la scrivo per tutti i libri.Il motivo di tanta difficoltà è che mi spiace scriverne una recensione negativa, ecco.Per chi un po' mi conosce o legge qualche mia recensione sa quanto io riesca ad elogiare fino alla nausea un libro che ho amato e che mi è rimasto nel cuore e al contempo bocciare senza pietà un libro che considero un totale spreco del mio tempo, il mio denaro e della povera carta utilizzata. Questo per dire che non ho remore a scrivere recensioni negative/cattive/al vetriolo e quant'altro: io rispetto l'autore/l'editore e il team che si crea attorno al libro ma al contempo mi aspetto di essere rispettata come lettrice e non essere presa per i fondelli con certe letture improbabili.A volte torno ad essere una persona più umana, con sentimenti 'buoni' e sensi di colpa quanto basta.Serena Fiandro -anche mia omonima!- è una ragazza giovane, ha buone idee e soprattutto il 'coraggio' di cimentarsi con un fantasy 'puro' come non se ne vedono molti in giro.. Insomma, tutte le carte in tavola per essere una brava scrittrice.Però.. ahi ahi, la nota dolente.Il libro ha circa 200 pagine scritte con un carattere abbastanza grandicello.. Ma ho penato da morire nel finirlo. Non vedevo la fine e mi sembrava di essere ferma sempre alla stessa pagina, giuro.Oltre alla lentezza, che in un fantasy del genere ci può anche stare (basti pensare a LOTR e quanto tempo rimangono nella foresta di Tom Bombadil.. :D Per carità, che non si dica in giro che io non ho apprezzato Tolkien.. Ho amato ogni singola pagina! E il paragone -con tutto il rispetto per la Fiandro- proprio non regge, ma era per rendere l'idea!) secondo me l'intera opera è confusa e confusionaria. Io l'ho terminato ma ho mille dubbi, mille domande e più di una volta ho dovuto rileggere alcuni pezzi per vedere se mi fossi persa dei pezzi o cosa.. Un paio di volte -lo ammetto- il dato mancante era dovuto alla mia lettura superficiale, ma essenzialmente, elementi necessari a capire l'andamento della storia erano semplicemente omessi. Insomma, salti temporali e logici, personaggi introdotti in medias res senza il minimo preavviso, caratteristiche importanti di personaggi inserite "ad hoc".Molti elementi sono lasciati all'immaginazione o non sono approfonditi :(Tanto per dire. Perché viene mandato Odar?! Perché accetta senza battere ciglio?! Una situazione tutto tranne che normale.. Non una domanda, non un perché io, non un "Ma vacci tu a riprenderti lo specchio".. Niente. Insomma davvero, tanta tanta confusione e quindi una gran fatica a seguire la storia.Lo stile dell'autrice non mi ha convinto del tutto: da una parte ho apprezzato la raffinatezza delle parole e il fatto che in certi punti è parecchio poetico.. Però al contempo le frasi sono troppo troppo troppo TROPPO brevi. Mi sembrava di star leggendo una serie di messaggi telegrafati o meglio, Tweet.. 160 caratteri massimo. Lo so che è una mia limitazione, ma una volta che trovo un problema, questo mi assilla.. Ero arrivata ad leggere le frasi proprio come se fosse un messaggio telegrafato, con "stop" alla fine XDSi stava facendo cupo. Presto si sarebbe scatenato un temporale. La porta della cascina era socchiusa. Dentro scoppiettava un camino.Ho trovato anche parecchie contraddizioni e se da una parte alcune le posso accettare in quanto come detto l'autrice è giovane, altre non riesco proprio a giustificarle:Le vesti che avevano preparato per lui erano trasparenti come quelle che indossava Sina. I suoi vestiti erano scomparsi, e con essi la bisaccia. E l'abito era rosso, rosso sangue. Il colore che solo il re aveva il diritto di indossare. (Il vestito è trasparente O rosso?!)Sina era a letto e continuava a rigirare il coltello tra le mani prestando attenzione a non graffiarsi con la lama. Al più piccolo contatto con la sua pelle il veleno sarebbe entrato nel sangue e lei sarebbe morta (Pag 161. Tralasciamo il fatto che Sina è idiota..)Odar premette la lama su di lei e ne uscì una secrezione purulenta verdastra. Sina gemette. "Se vuoi uccidermi fallo" (pag 166. Al di là del "Eew, che schifo".. Ma non sarebbe dovuta morire al più piccolo contatto?! ._.)Poi, e qui la finisco con le critiche, promesso! Non credo di aver mai incontrato un protagonista così idiota XDSe non mi avesse irritato, mi avrebbe fatto quasi tenerezza XDOk, detto ciò - e so che non è poco, anzi- l'idea della storia è davvero intrigante: la costruzione di una città perfetta, senza morte, sofferenza, malattie.. Ognuno ha un suo compito nella società, un suo posto. Non ci sono devianze, non ci si aspettano sorprese (sono indecisa se si tratti di un'utopia o una distopia, devo essere sincera..): il prezzo da pagare, anche se la città ne è ignara, è la crescita sottoterra di una città speculare a quest'altra dove però c'è solo il male, il rancore, l'odio, la malattia e la morte. Insomma, laddove Drona (il nome della città perfetta) è una città di luce e gioia, il suo corrispettivo è la città dell'ombra e del dolore.Super wow, davvero! Davvero, gli elementi per un ottimo romanzo ci sono tutti.. Anche perché si vede che l'autrice è colta e sa il fatto suo..La copertina poi è meravigliosa *_*
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