Chi, come me, è cresciuto a cavallo tra Harry Potter e Twilight, ha incontrato sulla sua strada anche Eragon. Un ragazzetto di nemmeno 15 anni - all'epoca in cui leggevo le sue avventure, io ne avevo a malapena 7 e mi sembrava vecchissimo - che riesce in una sottospecie di miracolo: far schiudere un uovo di drago, uno degli ultimi tre presenti in Alagaesia, la sua Terra. Dall'uovo nasce Saphira, una dragonessa color zaffiro, che sarà la sua compagna di avventure e, soprattutto, di vita. Amavo leggere Eragon: se con Harry Potter finivo in un mondo abbastanza simile al mio, in cui potevo sognare di fare l'impossibile con solo un bastoncino di legno fra le mani, con Eragon potevo sognare di avere un drago! Adoravo - adoro! - Saphira: il suo essere enorme, saggia, bellissima e dolcissima, caparbia, determinata, speranzosa e forte. Ricordo che pensavo sempre che, se mai avessi avuto una figlia, l'avrei chiamata proprio Saphira. Ed ero talmente innamorata di lei che il blu zaffiro divenne il mio colore preferito e andai alla ricerca di altri libri con i draghi come protagonisti, senza però trovarne uno che le assomigliasse anche solo vagamente. Ancora adesso, quando passo davanti all'angolo "Ciclo dell'Eredità" nella libreria della mia cameretta - lo so, sono un po' infantile - ripenso alla me bambina che con il librone a due cm dal naso, si emozionava a leggere le storie di quei due.
E vi immaginate l'emozione di sapere che sarei potuta tornare nel mondo di Alagesia, ormai alla veneranda età di 23 anni? Ecco, la deficiente che vedete saltellare con un sorriso a 32 denti sono io.
Ovviamente, già dal titolo, ovvero LA FORCHETTA, LA STREGA, E IL DRAGO: RACCONTI DI ALAGAESIA, sapevo che non avrei avuto fra le mani un quinto libro del Ciclo dell'Eredità, ma diciamo pure che mi sono accontentata. Sono rimasta delusa? No. Avrei desiderato altro? Forse sì, ma penso sia normale, per un fan di una determinata serie di libri, non essere capace di accontentarsi mai.
La raccolta di novelle - poichè alla fine è di questo che si tratta - ne contiene 3 e tuttavia non le lascia slegate fra loro, come se fossero tre raccontini messi insieme tanto per raggiungere un numero abbastanza alto di pagine, anzi. Paolini è stato molto bravo nel collegarle lasciando, in sottofondo, il filo conduttore della nuova vita di Eragon e Saphira che, come chi ha letto INHERITANCE saprà, si sono prefissi l'obiettivo di ricreare la stirpe dei Cavalieri di Drago.
Nella prima novella, dopo aver appreso le difficoltà di Eragon nell'organizzare la nuova vita, vediamo come gli Eldunarì lo distraggono permettendogli una fugace visione sul mondo - e una persona in particolare - che si è lasciato alle spalle. Nella seconda, veniamo a conoscenza su una piccola - piccolissima - parte del passato di Angela, la strega enigmatica che dà un bel po' di grattacapi al Cavaliere dei Draghi, per il suo essere così misteriosa ed enigmatica in qualsiasi circostanza. Nella terza ed ultima storia, invece, assistiamo al racconto, da parte di un Urgali, su una femmina di Urgali alle prese con un drago. Tra le tre, la mia preferita è la prima novella: ho sempre subito il fascino del protagonista e, nonostante tutto, ho sempre voluto sapere come sarebbe finita, o comunque proseguita, la sua storia.
Pur essendo passati anni - credo 6/7 - dalla pubblicazione di INHERITANCE, ritornare nel mondo che ho tanto amato da bambina è stato facilissimo. Forse sono di parte, ma apprezzo tantissimo lo stile di Paolini e, soprattutto, la sua capacità di far sembrare nullo il tempo passato. Ritornare ad Eragon è stato come prendere una boccata d'aria dalla me adulta. E ritrovare Saphira ... che ve lo dico a fare! In pratica il blu zaffiro è di nuovo il mio colore preferito!
Lo consiglio? Si! Fatevi avvolgere dai draghi, dagli elfi e imparate ad amare Eragon. Altrimenti vi metto tutti al rogo ^^'.