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quote 2016-10-23 20:29
Tu non mi conosci. Sai solo quello che ti ha raccontato Daniel, e Daniel certe cose non le sa, perché sto attenta a non fargliele sapere. C’è qualcosa che non va, in me — mi si incrinò la voce. Un singhiozzo mi chiuse la gola. Voleva a tutti i costi uscire. Accidenti.— Hai passato momenti… Persi il controllo. — Tu non lo sai cos’ho passato — dissi, mentre due lacrime roventi mi rigavano le guance. — E neanche Daniel. Se lo sapesse, andrebbe a dirlo di corsa a mia madre, e senza avere il tempo di accorgermene mi troverei rinchiusa in un ospedale psichiatrico. Quindi per favore, per favore, non contraddirmi quando ti dico che in me c’è davvero qualcosa che non va. — Le parole mi uscirono di bocca come un fiume in piena e, una volta dette a voce alta, capii quanto fossero vere. Potevo prendere le medicine, andare in terapia, qualunque cosa. Ma ne sapevo abbastanza sulla mia malattia mentale per capire che non si poteva guarire, ma solo tenere sotto controllo. E l’ineluttabilità di una simile constatazione all’improvviso mi fu insopportabile. — Niente e nessuno può guarirmi — dissi a bassa voce.
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quote 2016-10-23 20:29
Nella mia mente continuavano a echeggiare le sue parole. Lasciami provare. Voglio che lo pensino. Non recitare.Tra di noi stava nascendo qualcosa. Ma se fosse finita, io ne sarei uscita devastata. Anzi, quando sarebbe finita, cioè presto, se dovevo dar retta a Jamie.
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quote 2016-10-23 20:28
Io comunque non potevo smettere di pensare a cosa doveva aver provato quel ragazzo nell’udire lo schianto delle porte, nel sentire sul pavimento putrido e sulle pareti il rimbombo delle mille libbre di ferro che lo separavano per sempre dal resto della sua vita. Cosa doveva aver provato sapendo che nessuno sarebbe andato a cercarlo. Cosa doveva aver provato mentre moriva di fame.
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quote 2016-10-23 20:27
Noah, perché conosci la parola vagina in tutte le lingue?— Perché sono europeo e quindi molto più colto di te — disse, bevendo un altro sorso e cercando di non ridere.Fui tentata di dargli un pugno
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quote 2016-10-23 20:26
Al contatto con la sua mano il mio corpo si riscaldò. Noah mi condusse dentro il ristorante affollato. Lo guardai di profilo mentre parlava con il proprietario. Per qualche ragione, non sembrava lo stesso ragazzo che avevo conosciuto due settimane prima. Non sembrava nemmeno lo stesso ragazzo che era venuto a prendermi quel mattino. Noah – il sarcastico, distaccato, inavvicinabile Noah – aveva un cuore. E questo lo rendeva una persona reale. Mi chiesi se qualcun altro lo sapesse; ma per un breve momento, mentre il proprietario ci accompagnava a un tavolo accanto alla finestra, gioii al pensiero di essere la sola a conoscerlo veramente
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