Dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 morirono nella guerra di liberazione circa 80.000 italiani. Molti caddero in combattimento, altri in esecuzioni di massa, senza possibilità di difesa né di appello. Coloro che hanno potuto, prima della morte, lasciare qualche riga da recapitare ai congiunti o agli amici sono soltanto una piccola parte delle vittime dei nazifascisti. Questo volume raccoglie appunto i messaggi di 199 condannati a morte, testimonianze di quel terribile momento uguale per uomini d'ogni livello culturale o sociale, d'ogni parte d'Italia. È la documentazione, nella sua dolorosa sobrietà, di un tragico periodo della nostra storia recente, ma soprattutto della coscienza, maturità e civiltà della nostra gente. «Si vorrebbe che non ci fosse più bisogno, per nuove colpe, di tanta sofferenza e tali sacrifici», scrive nella prefazione Enzo Enriques Agnoletti. «Eppure, se mai sarà necessario, l'esempio di questi italiani sarà presente, la via sarà più facile da trovare e non si dovrà dimenticare la semplicità con cui questi uomini, animati da fedi diverse, sono stati uniti in un sacrificio che non ha uguali nella storia italiana.»