E' difficile commentare un libro come questo. Innanzitutto è bellissimo, pur lasciando l'amaro in bocca, è toccante ma anche duro.
L'autore con durezza mostra l'immensa idiozia della guerra e con delicatezza invece mostra la sofferenza di un uomo che non è accettato per quel che è.
E' difficile dimenticare Tristan, un giovane di 21 anni che dopo la Grande Guerra convive con le conseguenze che il conflitto ha lasciato in lui.
Purtroppo nel libro non c'è riscatto o comprensione o perdono; è un libro amaro e come accade spesso nella vita, non c'è un lieto fine.
Di solito non leggo raccolte di racconti perché una volta terminato uno, poi passano giorni, a volte anche settimane, prima che riprenda in mano il libro. Questo libro ne contiene quattordici e mi ha accompagnato per quindici giorni; ho più o meno mantenuto il mio obiettivo di leggerne almeno uno al giorno.
Olive Kitteridge è un libro un po' malinconico fatto di tanti racconti riguardanti ciascuno un abitante o una famiglia della città . Olive vive a Crosby, un'anonima cittadina del Maine, è un'insegnate di matematica dal carattere piuttosto brusco ma non cattivo.
Il libro ha una vera e propria struttura cronologica da cui si ricava la vita e il modo di ragionare di Olive Kitteridge. A volte di un racconto è la protagonista, a volte coprotagonista o comparsa, a volte semplicemente viene ricordata o menzionata dal protagonista. E' stato proprio questo mostrare la protagonista in frammenti, come se stessi ricostruendo un puzzle, ad affascinarmi del libro, oltre alla scrittura netta e asciutta che, nelle poche pagine di ciascun racconto, è stata capace di tratteggiare storie di grande impatto emotivo.