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Un occhio a Cracovia - Luciano Bianciardi
Un occhio a Cracovia
by: (author)
5.00 10
“Immagino che pochi di voi siano mai stati a Pitigliano, ed è un vero peccato, perché Pitigliano è un posto bellissimo, sulla strada che dall’Albegna, stretta e tortuosa, sale verso il centro della bassa Toscana e sfocia in Umbria. Il paese com­pare all’improvviso, sospeso a picco sopra uno... show more
“Immagino che pochi di voi siano mai stati a Pitigliano, ed è un vero peccato, perché Pitigliano è un posto bellissimo, sulla strada che dall’Albegna, stretta e tortuosa, sale verso il centro della bassa Toscana e sfocia in Umbria. Il paese com­pare all’improvviso, sospeso a picco sopra uno strapiombo di roccia d’un rosso ferrigno, colore al quale par che non sia estranea l’assenza di fognatura in paese e l’abitudine di ro­vesciare dalla finestra i vasi da notte. Ma questo non conta, Pitigliano resta un paese bellissimo, e io ci sono nato quarantacinque anni or sono. Mi chiamo Montefiori, e la mia fami­glia è pitiglianese pura da almeno cinque generazioni. Anzi, tempo addietro andai al tempio, e il buon hazan Servi mi fece dare un’occhiata ai registri della comunità, purtroppo ormai sfaldata perché molti si son trasferiti altrove, a Grosseto, a Orbetello, a Firenze, addirittura in America, e mi è parso di aver capito che i miei avi lontani vennero qui, ai tempi dei tempi, dalla campagna attorno a Cracovia, una campagna mezzo polacca, mezzo tedesca, di lingua prevalentemente yiddish, dove facevano i poveri bottegai, e si chiamava­no Blumberg, che è poi il mio nome, tradotto in buona lingua italiana.”Un racconto di Luciano Bianciardi del 1967, che tra l’altro è all’origine della foto che lo scrittore si fece coprendosi l’occhio destro con una benda. Foto che i poveri di spirito (come quelli di ISBN e i loro sodali), usano stupidamente in ogni occasione.
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Format: mass market paperback
Pages no: 16
Edition language: Italian
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Community Reviews
Gatta ci cova
Gatta ci cova rated it
5.0
Montefiori da Pitigliano, pitiglianese puro da almeno cinque generazioni, scopre d’avere radici polacche. Discenderebbe dai Blumberg, poveri bottegai della campagna di Cracovia “mezzo polacca, mezzo tedesca, di lingua prevalentemente yiddish”. Blumberg, che è poi il suo nome “tradotto in buona lingu...
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