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quote 2019-04-22 02:04
«Se non tornassimo ad Akron? Se rimanessimo a vivere qui? Vicino ai miei genitori?»
Mi girai per poter incrociare i suoi occhi spaiati. «Dici davvero?» Lui annuì. «E se volessi vedere mia sorella?»
«La inviteremo qui, o ti porterò ad Akron. In fondo, non è molto lontana.»
L’idea era allettante. Il mare le sarebbe sicuramente piaciuto.
«Ma… non ti mancherà casa tua?» chiesi, per esserne sicuro.
«A me basta stare con te» mormorò dolcemente.
“Tu sei la nostra casa.”
«Davvero?» balbettai di nuovo, tremendamente emozionato.
«Papà mi ha detto che la casetta poco più avanti è in vendita…» borbottò nervoso, grattandosi la testa. «Inoltre avrebbe bisogno di una mano a cacciare gli animali e conciare le pelli da vendere al mercato» continuò. «Potrei aiutarlo.»
«Penso che sia un’idea splendida!» mi entusiasmai, rubandogli un bacio veloce.
“Ti sembra il modo di baciarci? Puoi fare di meglio.”
Trattenendo una risata, unii di nuovo le mie labbra alle sue, ma questa volta la nostra fusione fu passionale, travolgente, impetuosa.
“Ora vogliamo molto più, di un cazzo di bacio!”
Quella frase mi sembrava di averla già sentita, pensai con il cuore colmo di felicità e tanti sogni per il futuro.
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quote 2019-04-22 02:03
«Che stai cercando di dirmi?»
Sospirò. “Ci è piaciuto poter parlare con Daniel e poterlo toccare ma in futuro, sempre se riusciamo a restare vivi, non lo faremo mai senza il tuo permesso, siamo qui per aiutarti, non per prendere il tuo posto.”
Ripensai a quando l’avevo sentita prendere possesso del mio corpo. Non era stato doloroso, mi ero solo sentito mettere da parte, come in un angolino caldo e sicuro, a fare da spettatore.
«Gli hai detto di amarlo» affermai.
“Ed è vero,” dichiarò. “Lui è nostro, ci sente e ci accetta.”
Avrei voluto dirglielo anch’io, ma ammetterlo prima di essere portato via avrebbe solo reso peggiori le sue sofferenze. Potevo ancora sentire il suo pianto risuonarmi nelle orecchie, lacerandomi il cuore.
«Mi manca.»
“Anche a noi.”
«Stiamo diventando sentimentali» scherzai, ma la mia risata era priva di divertimento.
“Già…”
Un paio di buche fecero dondolare il carro e cigolare il legno. A ogni sobbalzo, sbattevo il fondoschiena contro le assi dure del fondo, emettendo un grugnito di dolore.
«Stupido carro del cazzo!» imprecò un detenuto.
“C’è una cosa che non abbiamo mai osato chiedere.”
«Cosa?» volli sapere, sentendola agitarsi dentro di me.
“Noi siamo stati un peso? Sarebbe stato meglio vivere senza di noi?”
Mi ritrovai a sorridere. «Tu e io siamo una cosa sola, stupida. Mi rifiuterei di esistere senza te.»
“Non vorremmo essere normali?”
«No. Per niente» le risposi.
“Nemmeno se la Dea in persona ci desse questa possibilità?”
«‘Fanculo la Dea!» grugnii, facendola scoppiare a ridere. «Siamo una cosa sola» ripetei, dato che non ero un granché bravo a esprimere i miei sentimenti. «Non vorrei essere diverso o… normale… o come cazzo ti pare!»
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quote 2019-04-22 02:03
«Vuoi che mi copra perché… ti faccio impressione?» mormorai, abbassando lo sguardo.
«No!» esclamò subito, posandomi le mani sulle spalle.
“Assolutamente no!”
«Tu sei splendido» disse sincero.
“Per noi saresti stupendo anche senza un braccio, una gamba o un occhio,” si affrettò a rassicurarmi la fiera.
Alzai un sopracciglio al suo particolare commento e Furio sospirò. Mi accarezzò la guancia destra, proprio vicino alla pelle cicatrizzata e mi fissò con amore.
«Per me, sei il lupacchiotto più bello che esista.»
Il mio cuore palpitò a quelle parole e un sorriso idiota mi incurvò le labbra. Dea, quanto ero felice!
“Uhm… Vogliamo scopare.”
«Sarebbe meglio se ci riposassimo» ribattei. «Il viaggio è stato lungo e la schiena mi fa ancora male.»
«Allora riposeremo.»
“Nemmeno una sveltina?”
«Sei tremenda» ridacchiai.
Le braccia del mio compagno mi avvolsero la vita e mi sollevarono da terra. Mi depositò sul letto, si stese al mio fianco e ci coprì con una pelliccia.
«Dormi, Daniel. Domani torniamo a casa.»
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quote 2019-04-22 02:03
«Ti amo, Daniel» sussurrai contro la sua pelle.
Tentò di girarsi a guardarmi, ma gli impedii qualsiasi movimento avvolgendolo con le braccia. Ci tenevo che lo sapesse, ma non mi sentivo a mio agio guardandolo negli occhi, temevo di emozionarmi troppo.
«Ti amo anch’io» disse, facendomi sciogliere.
“E noi?”
«Vi amo tutti e due» si corresse Daniel.
“Così va meglio,” ronfò la mia fiera. “Ti amiamo anche noi, bocconcino.”
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quote 2019-04-22 02:03
«Mamma!» la sgridò Furio. «Ma che cazzo!?»
Lei si girò di scatto e lo fulminò. «Non dire parolacce!»
La fiera rise sguaiatamente. “Ah… Ci sembra di avere di nuovo dieci anni.”
Furio ringhiò. «Sono un uomo, ma’. Parlo come mi pare e piace.»
Io gli andai vicino e gli accarezzai il braccio. «Dai, amore, fai il bravo.»
Lui brontolò, ma si calmò. Le sue guance presero un po’ di colore per via del vezzeggiativo che avevo usato, ma l’avevo fatto apposta, perché sapevo che lo avrebbe ammorbidito.
“Ci piace essere chiamati così,” fece le fusa la fiera.
Peggy mi fissò come se avessi appena conquistato il mondo intero con la sola forza delle parole.
«Che la Dea sia lodata!» si commosse. «Io non sono mai riuscita a farmi ascoltare da lui.»
«Non è vero» protestò Furio.
«Quando avevi sei anni ti dicevo di non arrampicarti sugli alberi perché avevo paura potessi farti male, e tu cosa facevi?» lo sfidò.
“Noi siamo saliti sull’albero più alto del giardino.”
«Mi sono mai rotto qualcosa?» ribatté Furio, irritato.
“Mai.”
«E per questo dovresti ringraziare la Dea» sbuffò sua madre che, a quanto pareva, le era molto devota
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