Nell’estate del 1899 qualcosa di strano sta accadendo a Venezia: il mare si è fatto caldo come il sangue, squali si aggirano per la laguna e i pozzi vomitano colonne d’acqua bollente. Tra gli scienziati chiamati a investigare sui fenomeni c’è la famiglia di Teodora Stampara, undicenne curiosa, intelligente e dotata di un talento insolito: la capacità di ‘vedere le parole’ dei suoi interlocutori. Ma quella che per lei si prospettava come una vacanza prende tutt’altra piega quando un libro misterioso, La Chiave della Città Segreta, la ’sceglie’ cadendole in testa e senza chiederle il permesso la precipita nel lato nascosto e occulto della città, popolato di sirene che parlano come scaricatori di porto, gatti alati, spettri deformi e apparizioni ancor più spaventose. Divenuta invisibile a tutti tranne che ai bambini e alle creature soprannaturali, Teodora, che vorrebbe disperatamente tornare alla sua vita e alla sua famiglia, instaura un complicato rapporto con Renzo, ragazzino veneziano altezzoso e coltissimo, e insieme a lui si ritrova coinvolta in una battaglia secolare per la sopravvivenza della città, che sta per giungere al culmine ora che il più spaventoso tra i nemici di Venezia è risorto dalla sua tomba sotto la laguna e si prepara a sferrare un ultimo, terrificante assalto.
Mai basarsi sulla copertina per scegliere un libro! Anche se devo dirlo la copertina di questo libro è davvero stupenda, una bellissima sirena tatuata e dall’espressione tutt’altro che dolce.
Il Grimorio di Venezia è un racconto per ragazzi pieno di misteri e magia, d’altronde Venezia è definita come la città magica per eccellenza. Una storia a tratti grottesca, con fantasmi cannibali, mostri marini e sirene sboccacciate che ricalca gli standard di altri racconti ambientati a Venezia:
Un’eroina alla ricerca della verità per sconfiggere un mago oscuro, aiutata da un personaggio simbolo di Venezia, non importa se leoni volanti, gargoyle o sirene, alla fine e le storie su Venezia i assomigliano un po’ tutte.
Ma non è stata la trama ad infastidirmi più di tanto, ma piuttosto la metrica delle frasi che rendono la lettura difficile, soprattutto per dei ragazzi.
Leggendo diversi racconti per ragazzi sono arrivata alla conclusione che chi non sa scrivere si cimenta in storie per ragazzi perché hanno meno pretese. E cosi siamo sommersi da libri spazzatura che diseducano i ragazzi che non sanno più scrivere in modo corretto e si basano sugli scritti dei loro scrittori preferiti.
Decisamente per un po’ eviterò di leggere racconti su Venezia...