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review 2018-02-14 19:24
Class Mom by Laurie Gelman
Class Mom: A Novel - Laurie Gelman

“Just because they think you’re crazy it doesn’t mean you’re nuts. Put that on my gravestone.”

 

Lots of books claim to be funny and they are not. This book is funny. It is so funny. I was never bored and only vaguely annoyed at a few things but it mostly made me happy to be listening to it. This won’t be much of a review because I just enjoyed it. I didn’t take any notes and there isn’t much here to dissect.

 

In all honesty, this book could’ve gone either way for me. What most people find “hilarious” or “rip-roaring” (what’s that mean, anyway?), I find annoying or boring. My humor, I guess, runs more to the snarky and the sarcastic but it has to be done just right. There really isn’t any pleasing me which is why I usually read horror. It rarely tries to make me laugh (with the exception of Jeff Strand who is full of excellent snark).  This book is also loaded with excellent snark. You might hate it. Don’t blame me. My tastes are weird. I’ll own that.

 

My kids are no longer in grade school but when they were the whole PTA/class mom thing was something I avoided at all costs. Nothing against those who volunteer their time but it wasn’t for me.  I wasn’t up for volunteering unless I was forced to and I also wasn’t up to dealing with the cliques and back-biting that comes with that sort of thing. Don’t even ask me about being a dance mom . . .  Ugh, so glad those days are behind me. Anyway, so why did I pick up a book called “Class Mom” which is so obviously about all of those things?

 

I haven’t a clue but I’m glad I did.

 

Jen is an ex-groupie who gave birth to two daughters who are now in college. She’s unsure who their dad(s) are but she doesn’t really care. Might be that lead singer from INXS. Might not be. It matters not now that she’s settled down and married to a lovely man who loves her snark and all. They had a boy named Max and he’s now in kindergarten and even though she’s the “most marinated” of the group of young parents, she volunteers to do the whole class mom routine all over again. She starts off the year by sending off a hilariously snarky and inappropriate email to the parents telling them what she expects of them throughout the year. She pisses off several of them but who cares? She’s been through this before and she doesn’t seem to care too much about making friends with all of them.

 

I love her attitude even if she sometimes goes too far for a laugh. The book continues in this vein, insulting the parents and learning their weaknesses and it was amusing. I’ll admit that this humor isn’t for everyone. You kind of have to take a Joe Lansdale approach to the humor and know that everyone and everything is a target and there are moments that aren’t at all politically correct.  She is offensive and clueless about it and she does put off people because of it. Be warned.

 

The one thing that I did not enjoy was a plot bit that goes on for eons where she starts texting one of the dads who is also an old high school crush she dubs “Such A Fox”. She was a foolish woman, no doubt,  but this made her come across as pretty dumb, if you ask me.

 

There isn’t really a plot here. She makes friends, she makes enemies, she pisses many people off, has that stupid flirt-mance and tries to figure out why Max’s sexy young teacher keeps disappearing. It’s light and fluffy and worth a listen if you can shrug off the insulting humor moments.

 

I listened to audio which was narrated by the author who stumbles a bit here and there but mostly does a fantastic job.

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review 2014-05-26 06:00
Blackmoore
Blackmoore - Julianne Donaldson

Entirely too much use of the word "husky". All I could think was:

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review 2014-05-26 03:59
Crown of Midnight
Crown of Midnight - Sarah J. Maas

Mixed feelings abound...

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review 2014-04-16 12:16
Mine-haha, Frank Wedekind. Recensione
Mine-Haha ovvero Dell'educazione fisica delle fanciulle - Frank Wedekind
Quello di Wedekind fa parte dei romanzi finiti nelle mia libreria a causa di un film. Un film visto tardi, per caso e tanti anni fa. 
Un film dal titolo misterioso, affascinante e, per qualche oscuro aspetto, inquietante: L'educazione fisica delle fanciulle di John Irvin
A distanza di tempo, leggendo il romanzo, mi sono resa conto delle inevitabili discrepanze tra questa opera e la sua trasposizione cinematografica. Differenze, che, per alcuni aspetti, mi hanno permesso di capire meglio cosa stavo leggendo.
 
Cosa è Mine-Haha?
Come il titolo che sta impresso sulla copertina, il romanzo di Frank Wedekind è un piccolo mistero. Potete immaginarlo come l'alta (eppure quasi invisibile) recinzione che percorre tutto il gigantesco parco in cui circa duecentodieci fanciulle vengono educate nel corso di sette anni. 
Educazione, qui, che non ha nulla a che vedere con una preparazione scolastica.
Le ragazze, infatti, vengono preparate "fisicamente", cioè addestrate nella danza e nella musica e la loro vita si svolge come una lenta e ordinata staffetta, per cui le più grandi si occupano delle più piccole che, a loro volta, una volta cresciute, si occuperanno delle nuove arrivate.
 
Qual è lo scopo di questa educazione?
Wedekind non lo dice, non del tutto, almeno. 
Sappiamo solo che le ragazze più grandi, una volta diventate responsabili di una casa, ogni sera si recano al Teatro, una struttura circolare il cui accesso avviene mediante un treno sotterraneo. E nel teatro avvengono rappresentazioni che hanno una leggera sfumatura erotica, fatta di abiti semitrasparenti e di esercizi ginnici.
 
Oltre alle ragazze che restano nel parco sette anni, ci sono "le prescelte". Di loro sappiamo solo come avviene la selezione, e le vediamo scomparire misteriosamente dal racconto e dalla memoria delle altre ragazze, appena questa avviene.
Mentre quelle che rimangono, una volta raggiunta la pubertà (anche qui, Wedekind non parla mai esplicitamente, ma attraverso le sensazioni della protagonista, voce narrante del breve romanzo), vengono fatte uscire dal parco (di cui abbiamo solo una sommaria descrizione) e condotte, tra due ali di folla festante, nel Campidoglio. Per quale motivo? Non lo sappiamo, perché arrivati a questo punto, il romanzo si interrompe.
 
Mine-Haha è un romanzo onirico e con caratteristiche proprie di una distopia. Il grande parco recintato, da cui è severamente vietato tentare di evadere, pena la reclusione a vita (come avviene alle sfortunate e orribile serve della casa in cui si trova Hidalla, la voce narrante) rappresenta, infatti, tutto il mondo conosciuto dalle ragazze che vi sono rinchiuse. 
Arrivate nel parco da piccolissime (probabilmente depositate già in fasce), arrivate ad una certa età vengono separate dai compagni maschi, con cui hanno condiviso una parte dell'infanzia in una casa che è, a tutti gli effetti, un orfanotrofio. 
La cerimonia di passaggio in una delle "case di formazione" è particolare e ricorda l'evoluzione di una farfalla (o la cerimonia di "morte in vita" descritta da Verga in Storia di una capinera): chiuse in una cesta, vengono portate via e fatte uscire in una casa completamente nuova, lavate e rivestite.
Per sette anni non avranno contatto con altri che con le proprie compagne: la loro vita è scandita dagli esercizi fisici e musicali, arrivando perfino a dubitare che vi siano le stelle nel mondo esterno. 
 
La descrizione degli ambienti è la parte più bella del romanzo: si ha l'impressione fisica di attraversare i giardini e immergersi nelle acque fredde del ruscello. Le immagini descritte da Wedekind hanno la forza visiva di piccoli quadri a olio, dove la luce si riflette sulle foglioline appena spuntate da un albero in fiore.
 
E questo, che rende bella la lettura di Mine-haha: lettura della storia di una vita che per quattordici anni ha vissuto come immersa nella foschia del sogno.
 
In appendice si trova un interessante saggio di Roberto Calasso, che aiuta a capire meglio l'intero romanzo.
Source: letturepericolose.blogspot.it/2014/04/mine-haha-frank-wedekind.html#more
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photo 2014-03-31 12:13
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