«Ho immaginato di non averti con me e ovviamente ero triste.»
«Quale uomo non lo sarebbe?» ribatté Angel.
«Ho capito che avevo trovato il mio posto infelice. Stare senza di te, quello è il mio posto infelice.» Quando in un primo momento Angel non rispose, Corey aggrottò la fronte. «L’ho detto male, vero?»
Il ragazzo non aveva parole, o meglio, nessuna che avesse senso. Quando guardò dritto nelle orbite cerulee di Corey, fu sopraffatto dall’amore e solo allora seppe esattamente cosa dire.
«E stare con te, Corey, è il mio posto felice.»
Corey annuì, l’espressione seria. «Esattamente. Ecco perché...» Si alzò, sparì in camera da letto e tornò tenendo qualcosa dietro la schiena. Poi, con un gesto rapido, porse ad Angel ciò che stava nascondendo.
Una scatolina di velluto.
«Non so quale sia il modo migliore per chiedertelo, forse avrei dovuto organizzare un flash mob o qualcosa del genere come mi aveva suggerito Scott, ma Angel, vuoi sposarmi?»
Angel guardò Corey, la certezza nei suoi occhi, il sorriso che prometteva tutto. Lo fece sedere accanto a sé. «Sì,» disse. «Corey Dixon, ti amo.»
Il ragazzo lo baciò e Corey sorrise sulle sue labbra. Poi disse: «Ti amo anch’io. Ogni giorno.»
Angel gli prese il volto tra le mani. «Ogni. Singolo. Giorno.»